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giovedì 13 ottobre 2011

Facebook, Twitter, Linkedln e Google+ bloccati nel 77% delle aziende italiane

 “Nel 77% delle aziende italiane è inibito l'accesso ai social network. Kaspersky Labs pubblica i dati e suggerisce strategie tali da limitare i rischi permettendo così di accedere alle opportunità offerte da questi strumenti”



Facebook, Twitter, Linkedln e Google+ sono sempre più utilizzati nel tempo libero e anche da parte di molte aziende: diventano interessanti strumenti per informare i propri clienti, per creare iniziative e cogliere nuove opportunità commerciali. Queste piattaforme possono anche essere utili strumenti per raccogliere informazioni e a tal proposito esistono anche strumenti automatizzati che in modi più o meno leciti si occupano di archiviare e profilare le informazioni.
C'è però un secondo aspetto al quale per ora si è dedicata scarsa attenzione: Facebook, Twitter, Linkedln e Google+ espongono dati, profili e informazioni a un pubblico decisamente ampio e senza le dovute cautele si può anche perdere il controllo sulle informazioni condivise. Si crea così una situazione decisamente complicata: da una parte il social networking può essere un valido strumento ma per contro ci sono rischi non da poco da tenere in considerazione.
Kaspersky Lab ha fotografato l'attuale situazione in Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito per vedere come le aziende hanno per il momento deciso di affrontare il problema. La situazione più permissiva la si trova in terra tedesca dove il 63% delle aziende ha bloccato l'accesso ai social network, segue la Francia con il 64%, il Regno Unito con il 71% la Spagna con il 76% e l'Italia con il 77%.
Tutto sommato emerge un quadro nel quale si hanno ampie restrizioni che per certi versi non risolvono nemmeno il vero problema: bloccare l'accesso ai social network mette l'azienda al sicuro da eventuali malware e operazioni pericolose utilizzando le postazioni fisse (PC) ma l'utilizzo di smartphone è altrettanto diffuso e ancora ben poco controllato, come molti operatori hanno più volte segnalato.
La miglior strada pare quindi essere quella della gestione del rischio: stando anche a quanto diffuso da Kaspersky Labs, è necessario creare consapevolezza sulle potenzialità che certi strumenti posseggono, soffermandosi anche sui rischi ormai ben noti. Un'attenta gestione dei parametri relativi alla protezione della privacy, l'utilizzo di account aziendali e non di credenziali di accesso personali in abbinamento a software in grado di proteggere anche l'identica dell'utente possono essere utili elementi per provare a cogliere le opportunità offerte da Facebook, Twitter, Linkedln e Google+.

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