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martedì 13 settembre 2011

Le mani su Windows 8 Non è solo una rivoluzione




Anaheim (California) - Non è un OS per vecchi: parafrasando il titolo del film, quello che oggi presenta al pubblico Microsoft non è certo un prodotto di vecchia concezione. Windows Developer Preview, ovvero la versione preliminare di quello che al momento si chiama Windows 8, mantiene le promesse: è davvero una piccola rivoluzione nella storia ventennale di Windows, anche se come da tradizione mantiene saldi i legami col passato. 



Il risultato non piacerà agli aficionado delle finestre: ma è indubbio che per una certa fetta di utenti, una fetta molto grande, si tratterà probabilmente di un cambiamento drastico a fin di bene.


La parola che Steven Sinofsky e i suoi collaboratori nel team di sviluppo di Windows 8 hanno più volte ribadito e pronunciato in queste settimane è: "reimagine", da intendere come un metodo di lavoro per mostrare qualcosa di nuovo partendo da una base consolidata. Windows 8, ma il nome non è definitivo, è un prodotto che ben si adatta all'epoca del touch e dei dispositivi con formati nuovi come tablet e slate, ma che mantiene salde le radici con input (mouse e tastiera in primis) che possono contare su una diffusione e una familiarità vastissima tra gli utenti.

Il nuovo aspetto di Windows 8


La gestazione di Windows 8, raccontano, è iniziata poche settimane prima del lancio di Windows 7: per strano che possa sembrare, è stato allora che i tecnici hanno iniziato a pensare quali sarebbero stati i passi successivi da compiere per risolvere le problematiche più probabili che avrebbe presentato Seven. Ovvero, un esempio come un altro, la possibilità di ben adattarsi alla moda del touch e dei tablet: non è comunque solo una questione di form factor, anche se i primi esempi di prodotto e la sua vocazione sembrano puntare il dito sul touch declinato in ogni sua forma.

Windows 8 non accoglie i suoi utenti sul desktop tra le cartelle: si comincia da una nuova home screen che assomiglia come concezione ed estetica a quella di Windows Phone, con tante "tiles" affiancate che rappresentano i singoli programmi. Le tiles sono modificabili, si possono spostare in orizzontale per formare diversi gruppi liberamente rinominabili. Il nuovo gusto dell'interfaccia si chiama "Metro Style", e attinge largamente all'esperienza utente di Windows Phone: caratteri, stile, spazio attorno al contenuto. Tutto è mutuato dagli smartphone, dove di solito lo spazio è risicato, per fare largo ad applicazioni con UI ridotta al minimo e dove la fa da padrone la fruizione dei dati.

Ma è proprio in questa somiglianza che si scorge una fondamentale differenza tra Windows Phone e Windows 8: la potenziale preannunciata convergenza non ci sarà, troppo diversi i device e le rispettive caratteristiche per pensare di avere un solo OS per tutto. Di sicuro verranno condivise moltissime risorse, e Visual Studio (in arrivo la versione 2011 che incorpora tutte le novità di API e interfacce) permetterà di riutilizzare parte del codice di una piattaforma per l'altra: ma il miraggio del codice universale, che un tempo era di Java, sembra destinato a rimanere un'utopia.

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